Si è concluso con un nulla di fatto il negoziato all’Europarlamento sulla direttiva sulle case green. Il trilogo della notte tra il 12 e il 13 ottobre 2023 non ha portato a nessun accordo sul testo. Per il prossimo confronto bisognerà aspettare dicembre.
Ad annunciare l’esito del trilogo è stata l’europarlamentare in forza alla Lega Isabella Tovaglieri. “Se ne riparla, forse, a dicembre”, avrebbe dichiarato l’onorevole alla conclusione della riunione, durata nove ore.
Secondo fonti vicine al dossier riportate da ANSA, tuttavia, riferiscono che sono stati compiuti alcuni progressi sulla parte più controversa della direttiva sulle case green. Il trilogo avrebbe portato ad alcuni passi avanti in direzione di un’impostazione più flessibile, come sostenuto dal Consiglio Ue.
Sembra, infatti, che durante il trilogo del 12 ottobre si sia fatta strada l’ipotesi di una maggiore flessibilità e nuove aperture agli Stati membri, che avrebbero più margine per applicazione della direttiva in termini di modalità e tempistiche. Dall’attuale scadenza per la riduzione dei consumi di energia fissata al 2030 si passerebbe al 2050.
Resterebbero da definire le norme relative ai mutui green e all’obbligo di installare i pannelli solari sugli edifici pubblici non residenziali, mentre l’obbligo di installazione di colonnine di ricarica nei parcheggi degli edifici residenziali esistenti sarebbe stato cancellato.
“Il dibattito sull’aspirata direttiva casa green ha la conseguenza, sicuramente positiva, di attirare l’attenzione delle istituzioni su un tema che può colpire così pesantemente le famiglie italiane. Ricordiamo che il 60% del risparmio delle famiglie è investito negli immobili e di questo oltre il 61% è in immobili in classi energetiche valutate inadeguate” commenta Carlo Giordano, board member di Immobiliare.it.
“D’altra parte, aver spostato nuovamente la data per l’accordo è preoccupante” continua. “Continuare a rimandare la decisione su come avviare questo importante processo rigenerativo lo renderà ancor più complesso. Le scelte che prenderemo domani non avranno effetti diversi da oggi“.
“È poi importante considerare, se fosse sfuggito, che il mercato ha già iniziato a muoversi. E la direzione è quella più pericolosa” conclude Giordano. “Dalla lettura dei nostri dati, le persone si stanno già orientando su immobili di classi energetiche superiori. Questo porta ad una loro crescita di prezzo con la conseguente minor accessibilità da parte dei potenziali compratori, mentre registriamo già una riduzione di valore – e quindi un’erosione del risparmio accumulato dalle famiglie nei loro immobili – sugli immobili in classi più basse. Esattamente ciò che tutti desideriamo evitare“.
La direttiva su cui si è discusso a Bruxelles prevede una serie di normative per aumentare l’efficienza energetica degli edifici.
Parlamento e Consiglio europeo, però, hanno una diversa visione delle tempistiche per raggiungere l’obiettivo:
A proposito degli edifici già esistenti che andranno adeguati alla normativa, occorre poi fare un’ulteriore precisazione per quanto riguarda la destinazione d’uso:
fonte: immobiliare.it